venerdì 28 marzo 2014

Oltre le parole. (Auguri)


In questi anni ho imparato ad ascoltare oltre le parole,
stare lontana da voi...
sentire la voce al telefono,
attenta a capire, 
a comprendere....
se oltre i suoni delle vocali,
tra le consonanti vi circonda  serenità....
Nostalgia, 
nel rammentare i nostri dialoghi di bimbe, dove ci bastava lo sguardo per dirci tutto...
Ora, la voce più bella è la tua,
quando mi informi dei tuoi deliziosi figli.
La tenerezza del tono che c'è in te:
intensa energia materna,
ha vibrazioni delicate e forti,
simile alla soave melodia di un flauto,
inneggiante al supremo sentimento:
l'Amore! 
    
                            Brunetta 29.marzo2014

lunedì 24 marzo 2014

19 Dicembre '97.

Che gioia, m'hai  dato,
amico.
Unico amico dei miei ultimi
dieci anni  di vita...
Quanto mi sei mancato....
lontano....
Tacevi...
Non so se ti incontrerò.
Troppo ho atteso...
non so se ti perdonerò.
        ( Castelmonte) M.M.

sabato 22 marzo 2014

12 Settembre 1997

Guardo dalla finestra
con il pianto nel cuore.
Nuvole basse avvolgono montagne,
bagnate di lacrime,
vorebbero liberarsi nel cielo alto,
invece premono il suolo
trapassando i pini e i cipressi
del bosco.
Una brezza umida mi accarezza
e io ricordo, della mia vita,
i giorni migliori.

       ( Castelmonte) M.M.



venerdì 21 marzo 2014

Tentazione

Sono venuto in questo luogo
per scriverTi poesie d'amore
Ma non c'e poesia in questo deserto...
mentre la solitudine batte forte
sull'incudine dell'essere.
Mentre il silenzio m'insegue e, sottile
penetra gli antri più segreti,
un sospetto mi insidia:
il mio cuore è un abisso troppo grande
che neppure l'Altissimo può colmare.

 M-M.( Eremo di S.Leopoldo,maggio 1993).


giovedì 20 marzo 2014



....un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose....
                       Sp 18,14.

         

venerdì 14 marzo 2014

Tratto da Amori Stregati...

Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti...
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

            Tahar Ben Jelloun.

lunedì 10 marzo 2014

Le cose che ho imparato nella vita.


- Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà.
E per questo, bisognerà che tu la perdoni.


- Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.


- Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.


- Che le circostanze e l’ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.


- Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.


- Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.


- Che la pazienza richiede molta pratica.


- Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.


- Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.


- Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso.


- Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.


- Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.


- Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.


- Forse Dio vuole che incontriamo un po’ di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.


- Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.


- La miglior specie d’amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.


- E’ vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.


- Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un’ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.


- Non cercare le apparenze, possono ingannare.

- Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.

- Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.

- Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.


- Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!


- Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.


- Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.


- Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.


- Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.


- Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e i tuoi dolori.


- Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.

                                        Paulo Coelho
                           
                                        

martedì 4 marzo 2014

I NOSTRI BAMBINI....promessi scrittori.



Le pigne - concorso letterario. 









Titolo: " I nonni mi hanno raccontato"
"(...) Mia nonna...mi racconta sempre che a scuola l'educazione era molto severa...
Le aule erano molto grandi e si faceva fatica a riscaldare e allora ogni mattina gli alunni dovevano portare un legno....Erano tempi molto diversi.
Pitras  Nicole (classe terza elementare)


Titolo: " Le bici del nonno"
"(...) Di mattina il nonno va in bicicletta in salita molto ripida e quindi molto allenato.
Mio nonno ha 96 anni e non è un nonno come gli altri, sembra che abbia 42 anni!!!....è un genio a riparare le biciclette....molto bravo a lavorare il ferro...."
Bulfon Noè (classe terza elementare)


Titolo " I nonni mi hanno raccontato"
Il paese della nonna era sempre Chiusaforte, dove è nata.
C'era molta più popolazione e le case erano più abitate, c'era anche la ferrovia dove passava il treno; non c'era l'autostrada e c'erano molti più negozi e bar.
(...) I bambini non guardavano la TV perchè non esisteva....
I bambini una volta erano più ubbidienti e i genitori dicevano loro di andare a dormire presto...
I bambini giocavano a nascondino, a campana e saltavano con la corda...
Mi piace sempre ascoltare questi racconti della nonna"
Tellini Sara ( classe terza elementare)

       
"I nonni mi hanno raccontato: ieri e oggi"
"Quando era giovane, la mia bisnonna Elisa di novant'anni, ricorda che la sua gioventù non era stata rose e fiori....andava a lavorare nei prati, per raccogliere il fieno, nei boschi per raccogliere fascine e legna e nei campi per raccogliere le verdure e ortaggi....
Andava a prendere pesci nel fiume....ai suoi tempi  i bambini erano molto educati e rispettosi, aiutavano in casa e anche le persone del paese.
Mentre gli adulti si aiutavano a vicenda... erano allegri e cantavano spesso, anche mentre lavoravano.
La mia nonna commenta : CHE BEI TEMPI!..."
Marina Elison (classe quarta elementare)

"La vita di mia nonna finchè sono nata io"
"(...) Si faceva vita in famiglia....
La vita era dura e c'era tanta poverta', si andava a scuola tutti i giorni tranne giovedi'; e dopo la scuola , andavano a catechismo invece nel giovedi' si lavorava in casa o nei campi , negli orti , nei prati ...
In Svizzera aveva un lavoro di operaia in una fabbrica tessile ...ora nonnasitter a tempo pieno!"
Di Lenardo Arianna (classe quarta elementare)


" I nonni raccontano che ..."
" Ai tempi dei miei nonni , in bassa Italia , si lavorava sempre in campagna dedicandosi all'agricoltura .
Si coltivava patate e fagioli , uva , verdure miste...
Mio nonno allevava suini , ovini e bovini da cui si poteva ricavare salumi , pancetta ecc... per farcire il pane o il pollo. Con il latte la lana si facevano maglie , calze , formaggi e mozzarelle di vario tipo...Nel periodo invernale si raccoglievano le olive per l'estate seguente..."
Martina Raffaele ( classe quarta elementare  )

"I nonni mi hanno raccontato che..."

"Erano tempi duri....andavano a giocare a nascondino....
In quei tempi nascevano tanti figli....
Non c'erano gli zaini, ma le cartelle di cartone che contenevano: due quaderni, una penna, una matita e due colori..."
Martina Remì (classe quarta elementare)


"La nonna mi ha raccontato..."
"(....) Un giorno la nonna Maria fece la pasta con il pomodoro..."
Morello Giulia (classe quarta elementare)


"La vita del bisnonno e della bisnonna"
"(...) Vicino alla diga, c'era una casetta piccola, dove vivevano tranquilli tra candele, luci a petrolio e luci a carburo...
Non avevano la TV, la lavatrice, il forno, ecc...
Ora, la nonna, si ricorda poesie studiate 85 anni fa...."
Not Brian (classe quarta elementare)

"Il nonno mi ha raccontato che..."
"(...) Quando era bambino, non avevano oggetti elettronici....
Quando diventò grande, andò a lavorare nella miniera di Cave del Predil...
D'inverno, si ghiacciava il lago ed ogni anno il nonno e i suoi amici andavano a pattinare....
Qualche volta andavano a Sella Nevea in bicicletta..."
Schiavi Fabio ( classe quarta elementare)

"La nonna mi ha raccontato che..."
"Questa storia che sto per scrivere mi è stata raccontata dalla nonna paterna che si chiama Piera.
Mi ha raccontato che quando era piccola, lei e la sua famiglia sono vissuti sul forte Col Badin.
Il mio bisnonno Aldo era stato ferito in guerra in Eritrea (Africa), e per questo gli era stato affidato il lavoro di guardiano del forte.
Quassù, non c'era elettricità, ci si scaldava con la stufa a legna e le stanze erano illuminate con lampade a petrolio...
La vita sul fronte non era comoda, non c'era acqua in casa...
Poi, nel 2008, quando stavano ristrutturando il forte, il Sindaco ha invitato la nonna e lo zio ad assistere alla posa della prima pietra dato che sono state le ultime persone a viverci."
Soprano Marco ( classe quarte elementare)

"La seconda guerra mondiale"
"(...) Era un soldato italiano, che andò in Russia, con altri italiani.
La gente gelava dal freddo, con la neve e la gente era vestita con pochi vestiti e le scarpe erano  di cartone... mio nonno sopravvisse per puro miracolo....
Ora il nonno sta bene e gli piace raccontare storie ai suoi nipoti."
Martina Alessio (classe quinta elementare)


"Il terremoto"
"Il 6 maggio del 1976, quando mia nonna aveva 36 anni alle ore 21.00...ci fu la prima scossa....
Bibione e Lignano si offrirono di ospitare tutti i terremotati....
Quando, in primavera ritornarono su, era quasi passato un anno.
Mio padre e le mie zie, andarono a scuola Sotto i Piani nelle baracche...
Spero che il terremoto non torni e no distrugga tutto..."
Martina Giulia ( classe quinta elementare)


"La nonna mi ha raccontato che..."
" Mia nonna si chiama Anita. (...) giocavano all'aperto con giochi come nascondino o moscacieca.
A scuola c'erano moltissimi bambini, che avevano tantissima voglia di imparare a scrivere, leggere, calcolare e studiare.
Di maestre, c'è n'era circa una per classe, che insegnavano tutte le materie; queste si trovavano in un unico sussidiario...
Dopo la scuola, venivano fatti i compiti e poi tutti i bambini andavano a giocare insieme...in seguito si dirigevano dalle Suore, dove le femmine imparavano a cucire...
Non c'era molto da mangiare per questo mangiavano tutto, senza lasciare niente nel piatto...il pane veniva diviso, in piccoli pezzi, dandone uno ciascuno..mia nonna dice che bisogna accontentarsi delle cose che si hanno..."
Martina Michele (classe quinta elementare)
      

" Vita da malgaro"
"Sull'altopiano del Montasio, lavoravano tredici persone, tre cuoche, quattro cacciatori, sei pastori tra cui due erano bambini, tra cui mia nonna...dormivano sopra le stalle nel fieno...
Le mucche...il 15 giugno arrivavano sul Montasio, mentre il 29 settembre, tornavano a casa, nelle stalle.
In malga si dovevano mantenere sessanta mucche, mentre in casa quattro.
La colazione, sull'Altopiano, era basato su polenta e latte..."
Piussi Damiano( classe quinta elementare)


"La tragedia dell'Oklahoma Bettsie"
"Il 4 aprile 1945, mio nonno stava rastrellando con sua madre in un prato in località Ronc...dopo un pò di tempo, sentì un rumore assordante... vide un velivolo nel cielo di Trelli, schiantarsi sopra il Chiarsò  e due avviatori lanciarsi con il paracadute...il nonno...con un vecchio del paese... videro dentro l'aereo il pilota, che fortunatamente era rimasto ancora vivo...
I russi circondarono l'aereo e nessuno poteva avvicinarsi..."
Sandri Kevin (classe quinta elementare)

"L'esplosione della polveriera"
"Nel 1945, il giorno sei maggio, esplose la polveriera.
Si trovava nel Prato dell'Orso, si ricavavano le munizioni per i fucili...ci furono 29 morti, quattro persone...furono ustionate...uno scoppio terribile."
Soprano Luca (classe quinta elementare)


"La nonna mi ha raccontato..."
"(...)Si occupavano di piccoli animali: capre e pecore che portavano al pascolo, nei prati, sorvegliandoli che non mangiassero i fagioli negli orti.
Quelli che avevano la mia età, dovevano accudire i fratelli minori, mentre le madri erano a falciare l'erba in montagna, per dare da mangiare alle mucche, in inverno...
Nessuna casa aveva il bagno, ma fuori di casa c'erano i servizi igenici a secco...
Quando erano più grandi, in estate andavano in malga a pascolare le mucche e le capre.
La sera, ascoltavano le storie raccontate dai più anziani e poi recitavano il Santo Rosario.
Qualche volta, in particolare  nelle feste o nelle giornate di Messa, giocavano a tombola o a carte...
Come gomma da masticare usavano la resina degli alberi..."
Della Mea Tommaso (classe quinta elementare)


"La vita quotidiana e i viaggi"
"Mio nonno all'età di  cinque anni si svegliava prestissimo per portare a mangiare, pascolare mucche e capre con sua sorella ma loro li chiudevano dentro a dei recinti e lì pascolavano.
Mio nonno ha viaggiato molto e all'età di vent'anni partì per la Germania...ritornò in Italia dove conobbe mia nonna e da allora vissero sempre insieme...un miracolo se si lo ricorda ancora "
Comisso Steven (classe quinta elementare)








sabato 1 marzo 2014

Giochi d'intrecci

Giocano nella buia stagione,
intrecci di neve e di cielo tra i rami.
Intrecci di suoni tra i tralci striati,
echi di flauti tra le canne di legno,
respiro del gelido vento.
Pallido sole che adagio vieni,
i tuoi baci sono sigillo d'inverno;
giochi d'intrecci nella fredda stagione,
hanno il sapore del tempo e dei ricordi.
Intrecci di ieri e di domani,
nel chiuso di questo giorno che
tutto spera,  tutto infonde....
         Brunetta , 1 marzo 2014.